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ATTESA DEL MESSIA...

 
VINO NELLA BIBBIA:
CAUSA D'INCESTI E SEGNO DEL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 

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LOT E LE FIGLIE
Secondo quella lista dei versetti relativi al vino nel Genesi, questi riappare nel Capitolo 19, ma il racconto inizia nel Capitolo 18 ove è detto che nelle città della valle, sede ora del Mar Morto, Sodoma, Gomorra, Adma, Zeboim e Zoar; gli abitanti coi loro peccati avevano colmato ogni misura.
Tre uomini (Gen. 18,1.2) si presentarono ad Abramo, li ospitò, erano due angeli con il Signore in persona che, annunciata la nascita d'Isacco da Sara, discusse sull'intenzione di distruggere le città, ma Abramo ottenne di salvarle se vi si fossero trovati dieci giusti; poi i due angeli (Gen. 19,1) andarono a Sodoma.
Là abitava Lot nipote d'Abramo che l'aveva seguito nella terra promessa (Gen. 11,27-31), ma s'era separato scegliendo il territorio della valle del Giordano intorno all'attuale Mar Morto (Gen. 13).
Lot, che stava alle porte della città, ospitò i due angeli a casa, i sodomiti chiesero di far uscire i due stranieri per abusarne, Lot per non infrangere la sacra ospitalità arrivò a proporre il cambio le sue due figlie, i sodomiti irati stavano per abbattere la porta, ma gli angeli intervennero, li accecarono.
Avvisarono poi che erano stati mandati per distruggere la città, perciò Lot invitasse i familiari d'essere pronti a fuggire, ma non gli credettero ed all'aurora gli angeli svegliarono Lot che fuggì solo con moglie e figlie.
Il Signore allora fece cadere su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco e le distrusse. La moglie pur se ammonita di non volgersi indietro, divenne una statua di sale, così si salvarono solo Lot e le due figlie.

Sottolineo alcuni paralleli con la storia di Noè.
C'è una situazione in cui Dio vuole portare la distruzione intere popolazioni, questa volta col fuoco anziché con l'acqua.
Il luogo pare la terra promessa; infatti, quando Lot si separò da suo cugino Abramo, descrisse così quella regione: "Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte, prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra, come il giardino del Signore, come il paese d'Egitto, fino ai pressi di Zoar." (Gen. 13,10).

Ci sono due versetti poco chiari (Gen. 19,12 e 14) che dicono rispettivamente:

  • "Quegli uomini (2 angeli) dissero allora a Lot: Chi hai ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in città, falli uscire da questo luogo";
  • "Lot uscì a parlare ai suoi generi che dovevano sposare le sue figlie..."
Se ne conclude che Lot:
  • aveva due generi, due figlie e almeno due figli, oltre la moglie, così pare proprio che erano 8 in tutto come nel caso di Noè, ma in numero minore di 10;
  • avendo due generi, Lot era suocero, parola che, anche se non detta esplicitamente, aleggia nel racconto, ed in ebraico suocero è con le stesse lettere del figlio Cam di Noè, anche se con diversa vocalizzazione.
Nel Genesi tale termine è pure usato per due volte nel Capitolo 38 nel racconto scabroso, che poi accennerò, dell'incesto di Giuda e Tamar.
Il nome di Lot con riferimento alla storia che si profila evoca il serpente che si porta nei cuori , o che la potenza porterà nei cuori .
Per completare il quadro, manca solo un incesto, e puntuale, attributo anche qui al vino, si verifica doppio, in modo palese, come risulta dai seguenti versetti, quasi a dire al lettore: hai capito bene, è come la storia di Cam!

Genesi 19,30-38 - "Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare sulla montagna, insieme con le due figlie, perché temeva di restare in Zoar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie. Ora la maggiore disse alla più piccola: Il nostro padre è vecchio e non c'è nessuno in questo territorio per unirsi a noi, secondo l'uso di tutta la terra. Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, così faremo sussistere una discendenza da nostro padre. Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. All'indomani la maggiore disse alla più piccola: 'Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e va' tu a coricarti con lui; così faremo sussistere una discendenza da nostro padre.' Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi. Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò Figlio del mio popolo. Costui è il padre degli Ammoniti che esistono fino ad oggi."

E così l'autore del Genesi s'è tolto un altro sassolino della scarpa, come aveva fatto con Cam nei riguardi dei popoli di Canaan, dell'Egitto e simili, ha definito anche i popoli nemici Moabiti e Ammoniti nati da una relazione impura.
In questi 9 versetti c'è 4 volte ripetuta la parola vino (32-33-34 e 35), come ho evidenziato in grassetto, il che è un segnale per provare a decriptare col metodo di cui ho detto e riporto il risultato:

Genesi 19,30 - E fu Dio la potenza a portare in un cuore per la contesa recare al nemico; ed abitò dentro al mondo. D'un povero scelto fu il figlio. Un segno fu portato alla vista dei viventi e così fu a stare in un corpo Dio. Nel sabato (della creazione) in un vivente si portò giù alla vista in un corpo ed abitò in una casa. Da un seno il corpo uscì di Lui ed una luce indicò chi era. Il Figlio finalmente s'era portato!

Genesi 19,31 - E finalmente l'Unigenito a vivere in un corpo uscì. Per il pianto lo lanciò Dio nel mondo; giù per le rovine, lo lanciò il Padre. Fu dall'angelo (ribelle) a recarsi; a questi verserà il rifiuto, con la forza della risurrezione l'annullerà da dentro la terra. Nei cuori porterà l'Unigenito dell'Altissimo l'energia e così le generazioni rette tutte usciranno dalla terra.

Genesi 19,32 - Della potenza della rettitudine entrerà l'energia con la risurrezione che verserà nel mondo. Verrà del Padre ad essere l'energia portata dell'esistenza per essere figli. La resurrezione anelata ai popoli porterà, ed invierà dal mondo a stare fuori per entrare i viventi nel Padre tra gli angeli, ma colpirà il cattivo.

Genesi 19,33 - E completamente dalla risurrezione vomitato l'angelo (ribelle) verrà. Dal Padre sarà ad entrare l'energia che sarà ad opprimerlo; dentro la notte del mondo Lui porterà a finire. Dentro con l'amore la rettitudine sarà nei corpi a rientrare e finirà bruciato dalla rettitudine dentro venuta dal Padre. Sarà nel mondo recata al serpente una calamità in azione che dentro lo brucerà; così da dentro la perversità che v'abita verserà e dai viventi uscirà.

Genesi 19,34 - E sarà ad entrare nell'acqua bollente accesa che a finire lo porterà e finirà il primo essere ribelle tra i pianti. Sarà dai corpi ad uscire il maledetto, giù la rovina dei corpi uscirà; dall'energia della risurrezione così dentro finito sarà. L'Unigenito a salvare verrà per il Padre gli oppressi. Con la risurrezione a riformare porterà le esistenze. Sarà negli oppressi a riscorrere la vita di Dio; sarà la potenza a rientrare dentro gli uomini che ad anelarla erano i popoli che si portasse. E degli angeli l'esistenza ai viventi per il Padre inviata sarà; ne recherà il seme.

Genesi 19,35 - E nel Crocifisso risorto si riverseranno gli oppressi. Gli scorreranno i viventi dentro di notte. Dal mondo usciranno con Lui per venire dal Padre a stare. Saranno ad entrare tra gli angeli a stare gli oppressi. Ed il Crocifisso li verserà vivi fuori. Su in Città entreranno (in cui) si porterà il Crocifisso da luce. Retti a casa i popoli recherà per il portato rifiuto. Saranno alla conoscenza, dentro illuminati. Anelavano di portarvisi ad abitare; speravano i viventi d'entrarvi.

Genesi 19,36 - E tutti rigenerati saranno stati dall'energia della risurrezione. Con il Crocifisso saranno tra i figli portati. Il Crocifisso li accompagnerà; nel cuore verranno del Padre. Saranno ad entrare tra gli angeli.

Genesi 19,37 - Porterà tutti, li partorirà a casa per la rettitudine che sarà nei corpi entrata. Figli li avrà portati il Crocifisso avendo rovesciato dai corpi il peccatore; e vivi li porterà dal Padre. Con Lui dal Padre saranno a vivere e nel Padre per sempre ad entrare saranno portati i viventi.

Genesi 19,38 - Portati dal mondo su nella Città entreranno, ove scorre la vita di Lui; da fanciulli entreranno dentro ad abitare con il Crocefisso, primo tra i viventi che ha portato figlio. (Figlio lo è dall'eternità, ma per la natura umana il Cristo è il primo figlio nel tempo) Si vedranno i viventi stare con Lui; con il Padre saranno ad abitare. Tra gli angeli i popoli staranno nell'eternità; v'entreranno un giorno.

Così, grazie allo spunto del racconto esterno, opportunamente criptato, è asserito il disegno, atteso nella fede dall'autore del Genesi, che Dio porti a compimento quanto promesso nello stesso modo ai precedenti autori che, con ampiezza, sono portatori della stessa idea in tutti i libri più antichi della Torah.

Gli episodi di Cam con la madre e poi di Lot con le figlie fanno anche meditare sull'uso non moderato del vino, in quanto "Un baratro è l'uomo e il suo cuore un abisso" (Salmo 64,7b) ed il vino è come una macchina della verità, perché senza freni inibitori può venir fuori ciò che l'uomo ha a lungo moderato, stante che anche per l'uomo migliore del mondo "il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo." (Gen. 4,7)

Nonostante la potenziale dannosità, da sempre è stato dato dall'ebraismo un ruolo sacro al vino in feste rituali familiari e comunitarie; la scelta in definitiva è stata mediata tra proibizionismo e permissivismo con l'uso sacrale moderato e limitato al consumo se è kashèr , retto, adatto, senza impurità, prodotto da ebrei osservanti, in ogni fase dalla coltivazione fino all'imbottigliamento.
Tutto ciò perché il vino "allieta il cuore dell'uomo" (Salmo 104,15) e in casa nello shabat "gioirà il loro cuore come inebriato dal vino, vedranno i loro figli e gioiranno e il loro cuore esulterà nel Signore." (Zaccaria 10,7b)
Come per il pane, separatamente dagli altri alimenti, prima di consumare il vino il pio ebreo benedice sempre il Signore, creatore dei frutti della vite.
Gesù, infine, ha elevato il vino, con il pane, a materia che consacrata rinnova e ci fa partecipi in pienezza al Suo mistero pasquale.
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