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VANGELI E PROTOVANGELI...

 
VANGELI, PROFEZIE ATTUATE DAL CRISTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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7 - PARLARE IN PARABOLE
Tutti i Vangeli (Mt. 13,10-17, Mc. 4,10-12, Lc. 8,9, Gv. 12,37-41) citano il versetto 6,9 del profeta Isaia (Matteo e Giovanni anche il successivo 6,10).
Per i sinottici il motivo di tali citazioni è indicato perché, parlando Gesù in parabole, sta attuandosi la profezia d’Isaia che recita:

"Egli disse; Va' e riferisci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, fallo duro d'orecchio acceca i suoi occhi e non veda con gli occhi ne oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da essere guarito" (Is. 6,9.10)

Riporto il testo di Matteo (13,10) che è il più esplicito dei sinottici:

"Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: Perché parli loro in parabole? Egli rispose: Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole; perché pur vedendo non vedono e pur udendo non odano e non comprendano. E così s’adempie per loro la profezia d’Isaia che dice: (e cita Is. 6,9-10)."

Giovanni (Gv. 12,37-41) invece riporta i due versetti non per la motivazione delle parabole, ma per dimostrare che l’incredulità dei giudei era profetizzata e, nel farlo, aggiunge nel seguente modo anche un altro versetto d’Isaia, il 53,1:

"Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in lui; perché s’adempisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore chi ha creduto alla nostra parola? E il braccio del Signore a chi è stato rivelato? (Is. 53,1) E non potevano credere, per il fatto che Isaia aveva detto ancora: (e cita Is. 6,9-10)."

Trattandosi di versetti dell’A.T. citati dagli evangelisti, come m’ero prefisso, ho provveduto alla decriptazione.
Per prima riportero la decriptazione del versetto Is. 53,1, perché Giovanni pone questo prima degli altri.
Scorrendo il testo ebraico del versetto intravedo componibile tra le lettere del testo la parola "vergine" , che avrà interessato in particolare Giovanni.

Is. 53,1 "Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore."



"Per i viventi sarà al mondo l'Unigenito . Dalla Madre sarà un angelo : Del Potente la Luce in vita nel tempo ad abitare () si porterà . Questa il corpo porterà alla vista . Il Signore da una vergine () sarà . Gli angeli riveleranno () con segni l’uscita ."

Passo poi a decriptare i due versetti consecutivi d’Isaia e nel testo ebraico vedo nel secondo, tra la fine di una parola e la successiva, un nome simile a Gesù e ciò può avere interessato gli scrutatori.

Nella stessa successione proposta dal Vangelo di Giovanni Is. 53,1 - Is. 6,9 e 6,10, riporto quanto ottenuto.

Is. 53,1 "Per i viventi sarà al mondo l'Unigenito.
Dalla Madre sarà un angelo.
Del Potente la Luce in vita nel tempo, ad abitare si porterà.
Questa il corpo porterà alla vista.
Il Signore da una vergine sarà.
Gli angeli riveleranno con segni l’uscita."

Is. 6,9.10 "Si porterà dall'Essere l'Unigenito a vivere nel corpo.
In cammino si porterà e con segni potenti il popolo uscirà colpito, s’aprirà risorto alla vita per l'azione portata, la luce della vita lo porterà a vedere e da Dio indicherà che dentro è promanato.
E porterà dal corpo la luce dell'Unico e porterà di Dio la completa conoscenza ed uscirà la luce della vita inviata dal cuore.
Uscirà azione di vita al mondo; colpiti ad uscire porterà i primi (discepoli), d'ogni specie porterà ad uscire.
Il retto che da solo si porterà in azione sarà l'inviato Gesù che di persona sarà il corpo dell'Unigenito nel mondo.
Preghiere emetterà forti e le porterà dentro all'Unico.
Colpirà con energia, sarà recata la forza d'ascoltare ed al cuore dentro porterà ad esistere la comprensione e l’illuminazione dentro porterà, la guarigione l’accompagnerà."

È un’esplicita profezia sul Cristo, ulteriore prova che Isaia e gli evangelisti spezzavano la parola con i segni.
Giovanni con quella sequenza ha posto prima il versetto che accenna all’annuncio alla vergine, poi congruentemente gli altri due, la nascita e il ministero di Gesù con l’asserzione della divinità.

Citati quei versetti, il Vangelo di Giovanni (12,41), aggiunge: "Questo disse Isaia quando vide la sua gloria e parlò di lui." come se tutto Isaia riguardasse la visione della gloria del Cristo.
E così è, come si ricava dalle decriptazioni!

A titolo d’esempio riporto solo il versetto successivo a Is. 53,1:

Is. 53,2 "È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per trovare in lui diletto."

"E per aiutare la rettitudine sarà a recare. La pura potenza in una persona sarà a portarsi. Ed un essere retto sorgerà in vita in terra. Giù sarà al mondo il 'no' completo dell'Unico in un corpo per il serpente. E porterà il 'no' aperto in giro. Lo recherà all’angelo (ribelle) che nei corpi originò la perversità che portò col rifiuto.
Per l'amarezza, che dall’origine al mondo ha recato, per compassione in aiuto al mondo si porterà."
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