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ABRAMO, AMICO DI DIO
Nella Bibbia cristiana il patriarca Abramo è definito "amico di Dio". (Dal paragrafo "Gli amici di Dio" dell'articolo "L'amico Lazzaro e il riposo di Betania")

Si legge, infatti, nella lettera di Giacomo: "Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare? Vedi che la fede cooperava con le opere di lui, e che per le opere quella fede divenne perfetta e si compì la Scrittura che dice: E Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio." (Giacomo 2,21-23)

Giacomo si riferisce al passo del libro del profeta Isaia 41,8 che dice: "Ma tu, Israele mio servo, tu Giacobbe, che ho scelto, discendente di Abramo mio amico..." da cui si ricava che Giacobbe è servo di Dio, quindi profeta, ma Abramo è amico "'ahbaì" dal radicale di amare , quindi, è anche "amore mio", "mio amore", il mio diletto.

Del resto Abramo è ricordato quale amico di Dio anche in 2Cronache 20,5-7.
Abramo si mise a disposizione di Dio che gli rispose in modo concreto, ossia, se Abramo fu amico di Dio, Dio fu amico di Abramo; vediamo come.
Il primo segno di amicizia fu il dono della familiarità con Lui.
Vari, infatti, sono i colloqui, in visione, del patriarca Abramo col Signore lungo tutto il cammino della sua lunga vita dal momento della chiamata e Abramo eseguì sempre, con fede, tutti i suoi comandi e per contro Dio rispose a tutti i desideri di Abramo.

Dopo la vittoria contro i re che erano venuti ad assalire la terra promessa e la benedizione di Melkisedek, re di Salem, "Questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione: Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande. Rispose Abram: Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco." (Genesi 15,1s)

Abramo, che allora si chiamava Abram, in quanto, Dio non gli aveva ancora cambiato nome, prende la palla al balzo e parla di Eliezer.
Quel "che mi darai?" è per dire "che dono mi darai?"
Fin allora aveva avuto solo Eliezer, infatti questi, il suo servo fedele era stato proprio un dono del Signore come suggerisce il nome in quanto Eliezer "'Elioezoer" è tutto un programma: "Dio m'è d'aiuto ".

Anche uno dei due figli di Mosè, avuti dalla moglie Zippora, si chiamerà Eliezer e là il libro dell'Esodo spiega il nome "Eliezer, perché Il Dio di mio padre è venuto in mio aiuto e mi ha liberato dalla spada del faraone". (Esodo 18,4)

È proprio ciò che è accaduto anche ad Abramo con il suo servo Eliezer.
Nella guerra contro quei 4 re venuti contro i 5 re della valle ombrosa di Siddim, ora trasformata nel Mar Morto, Abram, perché avevano preso prigioniero suo nipote Lot "...organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella sua casa, in numero di 318, e si diede all'inseguimento fino a Dan." (Genesi 14,14)
Il numero 318 non è lì un numero a caso, infatti, il valore somma delle lettere del nome Eliezer forniscono proprio quel 318.

= ( = 200) + ( = 7) + ( = 70) + ( = 10) + ( = 30) + ( = 1) = 318.

Dio, provata in tanti modi la fede di Abramo, l'accontentò in ogni cosa e gli donò discendenza, grandi ricchezze, servi con ogni sorta di beni.
La lettera agli Ebrei 11,8-12 quando elogia la fede degli antenati, infatti, ricorda Abramo e Sara sua moglie per la loro grande fede, perché:

  • chiamato da Dio, senza sapere dove andava, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità;
  • soggiornò come straniero e pellegrino nella Terra promessa;
  • Sara ricevette la possibilità di concepire il figlio della promessa;
  • offrirono in sacrificio il loro unico figlio.
Abramo quindi è il padre nella fede e il capostipite cui si rifà la prima elezione di Dio di tutti coloro che credono in lui secondo la rivelazione data attraverso le Sacre Scritture ebraiche della Tenak.
Ciò vale par tutti coloro che si rifanno alla fede di Abramo e non solo a quelli che sui rifanno alla Legge di Mosè.
San Paolo, infatti, nella Lettera ai Romani sostiene:
  • Lettera ai Romani 4,13-16 - "Non, infatti, in virtù della legge fu data ad Abramo o alla sua discendenza la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede; poiché se diventassero eredi coloro che provengono dalla legge, sarebbe resa vana la fede e nulla la promessa. La legge infatti provoca l'ira; al contrario, dove non c'è legge, non c'è nemmeno trasgressione. Eredi quindi si diventa per la fede, perché ciò sia per grazia e così la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non soltanto per quella che deriva dalla legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi."
  • Lettera ai Romani 4,17 - Abramo s'affidò a Dio e: "credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono".
  • Lettera ai Romani 4,20, - credette cioè in Dio creatore, che risorge dai morti e nella sua promessa, infatti: "Per la promessa di Dio non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio".
  • Lettera ai Romani 4,24s - L'eredità della promessa viene come giustizia anche ai figli nella fede: "noi, ai quali sarà egualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione".
La lettera ai Galati 3,29 conclude: "se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa"; Abramo quindi, è padre di chi ha fede e la fede annovera a far parte degli amici di Dio.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna:

142 - Con la sua rivelazione, Dio invisibile nel suo immenso amore parla agli uomini come ad amici e s'intrattiene con essi per invitarli ed ammetterli alla comunione con sé. La risposta adeguata a questo invito è la fede.

Abramo perciò è padre di tutti i credenti.
Parole dolci dice il Signore chiama i fedeli suoi amanti, amici diletti :
  • Salmo 118,6s - "Innalzati, Dio, sopra i cieli, su tutta la terra la tua gloria. Perché siano liberati i tuoi amici ."
  • Salmo 127,2 - "Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno."
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